mercoledì 22 settembre 2004

[gastronomica sensualità]

Avete mai pensato (scrive Mitì Vigliero) quanto sia sensuale la cucina? Quanto siano simili in qualche modo il cibo e l'amore? In fondo Gola e Lussuria sono molto legati; a volte si mangia (a tavola) con un misto di erotismo e piacere: quando assaggiamo qualcosa che ci piace spesso reagiamo estasiasti socchiudendo gli occhi e mugolando "Mmmmh, che buono!".
Entrambi, la Gola e la Lussuria, sono definiti "peccati della carne", e la parola "carnalità" deriva dal latino dell'Ecclesiaste carnalitas, "concupiscenza", sì, ma derivato sempre da caro carnis, "carne", componente fondamentale sia del corpo umano che dei menù nonché - proprio per questo? - proibita nei cristiani giorni di penitenza in cui si deve mangiare di magro. E anche "astinenza" si usa allo stesso modo nel doppio senso...
Pensate solo all'uso dei termini comuni; "fame", ad esempio. Dire alla persona amata "Ho fame di te". Oppure pensiamo ai verbi che usiamo normalmente riferendoci al cibo: succhiare, leccare, mordere, inghiottire, lambire, suggere... E lo stesso "mangiare": "Ti mangerei di baci". Sono indubbiamente parole "voraci"; da vorax voracis, a sua volta derivato da vorare, "divorare".
"Voraci" come un bacio, appunto...
Placida Signora

Nessun commento: